Valentino Rossi e Max Biaggi, una rivalità lunga una vita come Coppi e Bartali. Ora il Dottore chiude il cerchio con un’ammissione.
Il tempo guarisce tutto, persino una rivalità storica come quella tra Valentino Rossi e Max Biaggi. I due hanno letteralmente diviso a metà il tifo motociclistico italiano. Il rider romano era già un pilota affermato quando arrivò il Dottore nella classe regina e fu subito scontro totale tra i due.
Momenti di alta tensione in pista che sfociarono inevitabilmente anche fuori dalla stessa. In questi ultimi anni però, dopo il ritiro di entrambi le cose sono molto migliorate. Dopo un brutto incidente di Biaggi, Valentino Rossi lo chiamò per sincerarsi delle sue condizioni e i due hanno ricominciato a parlarsi. Certo non saranno mai migliori amici, ma quantomeno ora non si fanno più la guerra.
Dopo anni arriva l’ammissione di Valentino Rossi su Max Biaggi
Valentino Rossi è stato ospite del podcast di Andrea Migno Mig Babol ed è ritornato sull’argomento: “La 250 con Capirossi è stata dura perché siamo caduti. Nel 1998 vinsi il campionato del mondo e poi nel ’99 ho combattuto con Harada. Ero secondo per un punto nel ’98. Ho vinto le ultime 4 gare di fila e alla fine con la caduta di Harada e la squalifica di Capirossi ho perso il titolo per un punto. La rivalità con Biaggi però è stata ancora maggiore”.
Il pilota di Tavullia ha poi proseguito: “Visto quello che è poi successo, è stata colpa mia. Biaggi non mi piaceva. Semplicemente perché eravamo un gruppo anche se per loro ero un bambino. C’erano tanti piloti forti qui, Capirossi e Cadalora, ma Cadalora era modenese. Romboni era spezzino, ma erano tutti emiliano-romagnoli. Poi c’era Biaggi che era di Roma e quindi non mi piaceva molto. Non tanto perché fosse romano, ma per come faceva le interviste”.
Infine ha così concluso: “Io ero un grande tifoso di Capirossi e Biaggi, era fortissimo. Ma sono arrivato al Mondiale e nelle interviste che mi hanno fatto ho detto che non mi piaceva. Da lì in poi la nostra rivalità è stata immediata, ma è stata colpa mia”.