C’è stata un’epoca in cui le auto si chiudevano solo con classica chiave girata nella serratura. Poi arrivò un’auto rivoluzionaria che cambiò tutto.
Nel mondo delle quattro ruote vi sono poche vetture che hanno impattato, per importanza, di più nella storia e che sono state, completamente, dimenticate. Spesso siamo soliti ricordare i traguardi prestazionali raggiunti da una supercar o city car geniali per affrontare il traffico di tutti i giorni, ma si tende a dimenticare l’auto che ha creato una invenzione epocale presente oggi su ogni modello.
Chi ha qualche ruga sul viso ricorderà la Renault Fuego, una coupé a due porte e quattro posti che venne costruita sulla base della Renault 18. Diversi componenti del telaio, dei suoi interni, oltre ad altri elementi della sua meccanica erano stati testati dalla progenitrice per anni. Il metodo collaudato, oltre a far risparmiare molti soldi alle case costruttrici, permetteva di garantire un affidabilità massima a bordo. La Renault lo aveva già fatto in precedenza con le coupé 15 e 17, realizzate sulla Renault 12, battezzate in seguito Laguna Coupé.
La presentazione avvenne alla fine di gennaio del 1980 a Jerez de la Frontera, in Spagna, mentre quella al pubblico si registrò nel febbraio, al Salone dell’automobile di Ginevra. La commercializzazione iniziò nel successivo mese di marzo. Era una coupé lunga 4,36 m molto ben proporzionato accattivante. Gli interni, disegnati da F. Lampreia, vantavano una plancia costituita da due parti: il corpo principale, che integrava la console centrale, era realizzato con un unico blocco in materiale plastico, e un quadro portastrumenti, ai lati del quale si trovavano i pulsanti di alcuni comandi secondari. Torna una icona del passato Renault.
La versione 2.0 GTX aveva 110 CV che le consentivano una velocità massima 190 km/h e una accelerazione da 0 a 100 in 11 secondi. La novità rivoluzionaria della Fuego consisteva in un portachiavi che con un solo pulsante permetteva di aprire e chiudere entrambe le porte. Presentava una piccola luce rossa che indicava che il telecomando funzionava.
Il ricevitore del segnale era posto negli specchietti retrovisori e affinché il sistema si attivasse bisognava stare al massimo ad un metro e mezzo dall’auto. Ai tempi era una idea clamorosa che nacque ad un ingegnere chiamato Abram Neiman. Quest’ultimo si era trasferito in Germania, ma date le sue origini ebraiche dovette migrare in Francia, dove creò la propria azienda di serrature. Fu lui ad inventare un dispositivo elettronico attraverso un trasmettitore di segnali a infrarossi. La Renault capì la portata dell’idea la adottò, per la prima volta, per il lancio della Fuego negli Stati Uniti.
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