Il mondo dell’Automotive sta andando in una direzione nuova a molti sconosciuti. La BMW ha scelto di fare una nuova scelta ardita.
Tantissimi costruttori si stanno aprendo nuovi scenari, al di fuori dell’elettrico. La transizione ancora non è decollata e i numeri di vendita delle EV, nel mondo, sono impietosi. Salvo la pace di Tesla e BYD i vecchi costruttori hanno avuto più problemi che vantaggi dal lancio di auto a zero emissioni.
Toyota ha preso una posizione contraria alla diffusione delle elettriche, continuando a puntare su motori a benzina ed ibridi. Hyundai, promotrice delle auto elettriche, ha deciso di dare una opportunità in più ai suoi clienti. Hyundai Nexo e la Toyota Mirai ad idrogeno non hanno avuto il boom sperato, ma per ragioni legate al prezzo d’acquisto e alla mancanza di una fitta rete di colonnine di ricarica. Sono due esempio di una nuova tecnologia ad impatto ambientale zero.
In Italia sono presenti, per ora, soltanto due distributori attivi: uno a Bolzano gestito dall’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche e uno a Mestre inaugurato dall’Eni a giugno 2022. Ne apriranno altri in futuro a Venezia nell’ambito del trasporto pubblico e del rifornimento privato; a San Donato Milanese per il trasporto privato, sia pesante che leggero; e a Taranto, per il trasporto pesante e leggero legato al porto e all’area industriale.
BMW ha seguito l’esempio dei top brand
L’obiettivo della casa bavarese è senza dubbio audace e consiste nel portare sul mercato il primo modello ad idrogeno già entro il 2030. La scelta ha creato grande scalpore. Il rifornimento di una vettura con idrogeno, per fare un esempio, richiede circa 5 minuti, molto meno di una ricarica elettrica. I vertici della BMW avrebbero in mente il lancio di una “flotta pilota” così come avvenuto con i primi modelli ibridi per valutare affidabilità e prestazioni. I tecnici sapranno fare un grande lavoro per ingolosire una nuova gen di clienti.
Le normali EV con batterie agli ioni di litio, le FCEV non hanno bisogno della lunga ricarica delle batterie. Si tratta di energia autoprodotta, ovvero che sfrutta il processo chimico dell’elettrolisi inversa. Si tratta di una soluzione, realmente, ad impatto zero ma i prezzi non saranno bassi. Le auto tedesche già sono, particolarmente, elevati. Le FCEV emettono, banalmente, dell’acqua che fuoriesce dal tubo di scarico, sotto forma di vapore acqueo.