La Ferrari ha limitato i danni nei confronti della McLaren in Brasile, ma ancora una volta, sotto la pioggia è stata deludente. Ecco i motivi.
Chi tifa Ferrari è ormai abituato a soffrire, e sia nel bene che nel male, quando si guarda una gara di F1 si sa che potrebbero emergere delle emozioni contrastanti. Dopo le splendide vittorie di Charles Leclerc ad Austin e di Carlos Sainz a Città del Messico, che avevano illuso i tifosi, in Brasile è arrivato un week-end da incubo, in cui la SF-24 non è mai stata della partita. Già al venerdì si era capito, con pista asciutta, che quella di Interlagos non era una pista adatta alla Rossa, che con il bagnato è andata in enorme difficoltà.
Ancora una volta, come si era già visto in Canada, la Ferrari ha dimostrato di non saper innescare la gomme Intermedia, dimostrandosi più lenta persino dell’Alpine, faticando per lunghi tratti di gara a tenere il passo delle Racing Bulls, che anche in qualifica avevano fatto meglio di Leclerc e Sainz. Ma perché questo accade? Per certi versi, è un discorso che può legarsi alle difficoltà croniche in prova di questa SF-24.
Si tratta di una monoposto che funziona all’opposto rispetto a quella dello scorso anno, che era capace di andare fortissimo sul giro secco, riuscendo ad imprimere subito temperatura nelle mescole, salvo poi distruggerle in gara dopo pochi giri. L’auto di quest’anno è molto gentile con le gomme in gara, ma sul giro secco, e quando fa freddo, gli pneumatici sono più simili a dei pezzi di marmo.
Alla Ferrari non piace la pioggia, e questo è ormai un dato di fatto, e l’unico modo per cercare di migliorare questa situazione e per lenire le sofferenze sul giro secco in chiave 2025 sarà un intervento sul fronte sospensivo. Le sospensioni attuali non garantiscono sufficiente grip meccanico, e ciò impedisce di mettere energia immediata sulla gomma. Come abbiamo visto, Charles Leclerc nel finale era riuscito a trovare un buon passo, ma solamente dopo 15 giri di stint.
Sull’asciutto, in fase di gara, con assetti molto rigidi ed una buona aerodinamica si riesce a sopperire a questi limiti, che però emergono sul giro secco e quando la pista è umida. Diverso il discorso delle Full Wet, con le quali c’è più prestazione, dal momento che esse entrano in funzione a temperature ancora più basse, aiutando la SF-24 a trovare performance migliori.
Anche nel Gran Premio del Brasile, dunque, la Ferrari non è riuscita a spezzare quello che è ormai un vero e proprio tabù. L’ultima vittoria in una gara bagnata risale ad oltre 12 anni fa e maturò al GP della Malesia del 2012 con Fernando Alonso, autore di una guida magistrale sotto il diluvio di Sepang. Anche questo sarà un grosso problema su cui riflettere a Maranello, visto che nel corso della stagione, le gare bagnate si incontrano, ed occorre essere forti in tutte le condizioni.
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