Il mondiale di F1 sbarca a Las Vegas e scoppiano subito le polemiche. La Red Bull ha imbeccato la FIA portando ad una nuova TD.
Dopo tre settimane di pausa, il mondiale di F1 torna in azione sul Las Vegas Strip Circuit, dove Max Verstappen potrebbe sfruttare il primo match point e portare a casa il quarto titolo mondiale, nonostante una Red Bull non certo irresistibile da Miami in avanti. Molto più accesa la battaglia tra McLaren e Ferrari per il mondiale costruttori, con i team separati da 36 punti, mentre la squadra di Milton Keynes è attardata di 49 lunghezze e resta alla finestra.
In quel di Las Vegas, come annunciato nelle ultime ore, debutterà una nuova direttiva tecnica che vieterà le protezioni del pattino del fondo, ed a quanto è emerso, sarebbe stata proprio la Red Bull a volere fortemente questa modifica. Ancora una vola, il potere politico della squadra di Christian Horner potrebbe aver fatto la differenza, ed ora proveremo a scoprire quali saranno gli effetti di questa modifica regolamentare.
F1, ecco cosa cambia con la nuova direttiva tecnica
Il paddock di Las Vegas è in subbuglio per una nuova direttiva tecnica, introdotta dalla FIA su “indicazione” della Red Bull. Secondo la comunicazione ufficiale della Federazione Internazionale, i team non potranno più inserire protezioni che limitano il consumo del pattino che si trova in protezione del fondo. Si tratta di una zona che ricopre un’importanza capitale per le prestazioni delle vetture ad effetto suolo, ed è per questo che è lecito attendersi possibili modifiche prestazionali.
Oltre alle performance, il tutto potrebbe impattare significativamente sulla regolarità delle monoposto, ed il motivo è presto detto. Un eccessivo consumo del fondo porta alla squalifica immediata dalle sessioni e dalle gare, come accaduto ad Austin nel 2023 a Charles Leclerc e Lewis Hamilton. Con l’eliminazione di queste protezioni, aumenterà il rischio di consumare eccessivamente il fondo, ed è per questo che i team dovranno valutare il dà farsi con attenzione.
Nello specifico, i team si ritroveranno costretti ad alzare le monoposto in modo da evitare la squalifica, ma è chiaro che quando ciò accade, si va a perdere in termini di prestazioni. Tutto ciò fu ben chiaro alla Ferrari quando entrò in vigore la direttiva tecnica TD39 a Spa-Francorchamps nel 2022, che tagliò le gambe ad una monoposto eccezionale sino a quel momento.
Secondo quanto riportato da “Motorsport.com“, due squadre, inclusa la Ferrari, avrebbero chiesto alla FIA di spostare la direttiva tecnica alla tappa del Qatar, ma pare che la richiesta sia stata respinta. Va da sé che il Cavallino, ancora una volta, potrebbe risultarne il più danneggiato, ed alcuni dubbi ci sono anche sulla McLaren. Grazie al proprio potere politico, la Red Bull potrebbe aver fatto bingo ancora una volta.