Jorge Martin avrebbe meritato di transitare nel team factory della Casa di Borgo Panigale, ma la Ducati ha scelto di puntare su Marquez, mandando su tutte le furie il boss della Pramac.
Ci sono stati due eventi anomali in questa stagione: il trionfo di un rider di una squadra satellite e il suo mancato passaggio nel team factory. Nella storia della MotoGP non era mai capitato che un pilota non ufficiale battesse un campione su moto ufficiale. Nonostante la cavalcata di Martin, la Casa di Borgo Panigale mesi prima ha definito l’accordo per Marc Marquez.
Cosa ha spinto i vertici della squadra italiana a puntare sullo spagnolo? In questa annata ha dimostrato, certamente, un ottimo feeling sulla Desmosedici GP23 nel team Gresini Racing, ma c’è dell’altro. Marc ha vinto il suo ultimo titolo nel 2019. In seguito il suo percorso è stato falcidiato da infortuni e lunghe riabilitazioni. Dopo l’incidente di Jerez de la Frontera, nella prima uscita stagione, ha subito 4 diverse operazioni per tornare in forma. Un altro crack significherebbe metter fine al suo percorso in sella ad una MotoGP.
Jorge Martin è 5 anni più giovane di Marc Marquez, perfettamente integro sul piano fisico e ha il numero 1 sul cupolino. Morale della favola staremmo gridando allo scandalo se non fosse che Ducati non ha voluto promuovere uno qualsiasi, ma uno dei piloti più forti di tutti i tempi. Paolo Campinoti, boss del team Pramac, non le ha mandate a dire in merito alla scelta Ducati di preferire Marquez a Martin. Ha usato parole dure dopo la vincita del titolo, anche perché Pramac si è legata con Yamaha, interrompendo una collaborazione storica. Bastianini correrà in KTM.
Jorge Martin è stato costretto a migrare in Aprilia. Anche Bezzecchi salirà in sella all’Aprilia nel 2025, portandosi sulla RS-GP il bagaglio di esperienza accumulato sulla Ducati Desmosedici. Già nei test di questi giorni che si sono svolti a Barcellona, il neo-campione del mondo ha avuto modo di testare la nuova moto italiana. Nel corso di un’intervista concessa al Corriere della Sera, Paolo Campinoti, boss della Pramac, ha puntato il dito contro la scelta dei vertici della Casa di Borgo Panigale.
Campinoti ha tuonato: “In Ducati volevano il papa straniero, Martin poteva essere il Del Piero o il Totti della Ducati, un giovane destinato a diventare un campione, è un gran peccato”. Uno sfogo dettato dalla poca riconoscenza del management italiano. Toccherà a Tardozzi gestirà una delicata convivenza tra Bagnaia e Marquez.
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