Max Verstappen si è laureato campione del mondo, ma ciò non toglie che la Red Bull sia in fase di crisi tecnica. Il 2025 si preannuncia duro.
Il Gran Premio di Las Vegas, chiuso al quinto posto, ha consentito a Max Verstappen di mettere le mani sul quarto titolo mondiale consecutivo. Si tratta dell’ottavo alloro conquistato dalla Red Bull tra i piloti in venti stagioni di F1, grazie ai quattro conquistati da Sebastian Vettel tra il 2010 ed il 2013, un ruolino di marcia impressionante per un team che ha esordito solamente nel 2005.
Tuttavia, così come era già accaduto nel 2021, a meno di miracoli e di suicidi da parte di McLaren e Ferrari, non arriverà il titolo costruttori, anche a causa di un Sergio Perez che da Miami in avanti è sparito dai radar. Dopo aver dominato le prime gare, la Red Bull è letteralmente crollata dall’estate in poi, con i miracoli di Verstappen che sono però stati sufficienti a gestire il vantaggio accumulato nelle prime tappe. Per il 2025, tuttavia, servirà una reazione.
Red Bull, ecco il parere di Pierre Waché
Le regole non cambieranno in chiave 2025, prima della rivoluzione tecnica prevista per il 2026. Ciò significa che i team partiranno dalle monoposto di quest’anno per realizzare quelle nuove, con McLaren e Ferrari che attualmente hanno un discreto margine tecnico nei confronti della Red Bull. Intervistato da “Autosport“, il direttore tecnico del team di Milton Keynes, Pierre Waché, non è apparso affatto fiducioso in vista della prossima stagione.
Ecco le parole del direttore tecnico di casa Red Bull: “Se devo essere onesto, non sono affatto fiducioso in vista del 2025, perché tutti gli altri sono molto veloci. In ogni caso, quando in F1 commetti l’errore di essere troppo sicuro di te sei morto. Se sei fiducioso, ti capita di andare a dormire tranquillo e non lavori sodo per trovare la prestazione. Quello che è accaduto quest’anno ce lo aspettavamo nel 2023, ma non è successo. Non eravamo noi ad essere così forti, ma gli altri erano in ritardo, così come ad inizio del 2024“.
Waché ha poi aggiunto: “Noi eravamo sostanzialmente sul livello dello scorso anno, poi Monza ci ha definitivamente aperto gli occhi su cosa non stava funzionando sulla nostra auto. Lo sospettavamo, ma non lo avevamo mai certificato in maniera definitiva, abbiamo reagito e da Austin la macchina è tornata in una migliore finestra di esercizio. Servirà però ben altro in vista del 2025, dobbiamo migliorare la velocità di punta ed anche il comportamento nelle curve lente. Dobbiamo anche capire se la scelta di risparmiare budget non realizzando un’ala posteriore specifica per il basso carico aerodinamico sia stata giusta o meno. Dobbiamo indagare a fondo su questo aspetto“.