Nessuno più di Giacomo Agostini può spiegare come ci si debba comportare in pista. L’atteggiamento di Marc Marquez non dovrebbe dividere i fan della MotoGP.
Giacomo Agostini ha vinto 15 mondiali in un’epoca in cui si potevano correre più campionati contemporaneamente nel Motomondiale. Primogenito di quattro fratelli, suo padre era un segretario comunale a Costa Volpino ed era altresì titolare di una azienda di trasporti con chiatte e rimorchiatori sul Lago d’Iseo. Ago sentì subito il richiamo dei motori e cominciò ad affrontare i primi impegni agonistici in sfide organizzate da ragazzini, in sella all'”Aquilotto” di famiglia, sulle strade tortuose che costeggiavano il Lago d’Iseo. Affinò così le sue abilità.
Oggi i tempi sono molto cambiati, ma tra fenomeni ci si capisce. Agostini ha avuto modo di osservare da vicino le imprese di Valentino Rossi e Marc Marquez. I due più forti piloti del ventunesimo secolo si sono anche sfidati in pista, sebbene senza una contesa tra loro per un titolo. Marc Marquez si inserì nella battaglia tra il Dottore e Jorge Lorenzo. Il campionato 2025 di MotoGP fu appassionante. Alla fine la spuntò il maiorchino della Yamaha, anche a causa di un fallo di reazione del numero 46, sul tracciato di Sepang, che scalciò la Honda di Marc Marquez. Tra i due già non correva buon sangue e le provocazioni reciproche finirono per macchiare la carriera dell’italiano.
L’opinione di Agostini su Marc Marquez
Sono passati 10 anni dal quel contestatissimo campionato. Marc Marquez, ora in Ducati, insegue ancora il nono mondiale dell’italiano. In questa annata avrà la grande chance di ritornare sul tetto del mondo, dopo gli anni difficili in Honda a causa degli infortuni. Giacomo Agostini, in occasione di una intervista rilasciata alla Repubblica, ha detto la sua sulla rivalità tra il catalano e il centauro di Tavullia.

“Marc Marquez è il pilota sportivamente più ‘cattivo’ che abbia mai visto – ha confessato Agostini – E oggi, ancora di più, perché ha sofferto tanto negli ultimi anni. È come un animale ferito. Da ragazzino batteva Valentino con l’incoscienza di chi non ha paura di cadere: ma a volte Gesù ti volta le spalle, adesso l’ha capito. Quest’anno punta a vincere il suo nono mondiale, e a raggiungere Rossi. Se ci riesce, il prossimo obiettivo sarà il decimo titolo: non penserà ad altro. Ma tutti noi faremmo lo stesso, nelle sue condizioni. Vincere è bello. Vuole dimostrare di essere il più forte di tutti“.
“Se tifo per lui? Basta, con questa storia: tifo per tutti i piloti che mi danno gioia. I campioni. Lui, come Valentino. Dal punto di vista mentale, effettivamente è un demonio. Però a me sembra che a fare la differenza, alla fine, sia solo la pista. I risultati. È un fuoriclasse. E non capisco perché ci sia tanto odio nei suoi confronti. Le critiche, le polemiche: ha litigato con Rossi? Ma quelle sono questioni personali, devono restare lontano dai circuiti. Fosse per lui, vincerebbe tutte e 44 le gare in programma. Senza lasciare neanche le briciole. Ci proverà, potete scommetterci. Ma non dovete odiarlo per questo. Al suo posto fareste lo stesso. Non dimenticatevi che lo scorso anno quel ragazzo ha detto addio alla più grande azienda di motori del mondo per ricominciare con una squadra satellite. Ferito dentro, come un animale. E con un solo pensiero: riprendersi tutto. Spero si stufi prima di raggiungere i miei 15 titoli. Nel malaugurato caso dovesse farcela, un giorno, non sarò per niente contento. Ma gli farò i complimenti. Se lo merita”, ha concluso la leggenda bresciana.