Per la Ferrari, anche il Gran Premio del Giappone è stata una vera e propria agonia. Analisi di una situazione tecnica imbarazzante.
La situazione non è cambiata neanche a Suzuka per la Ferrari, protagonista dell’ennesima prestazione opaca. Charles Leclerc ha chiuso quarto e Lewis Hamilton è giunto settimo, alle spalle delle due Mercedes. Il monegasco è stato bravo in qualifica a costruire il suo risultato finale facendo meglio di George Russell, che senza dubbi dispone di una monoposto, seppur non eccessivamente, più prestazionale rispetto alla disastrosa SF-25. Il problema però è che il distacco dalla Red Bull di Max Verstappen è stato di 16 secondi, ed anche le McLaren si sono confermate irraggiungibili.
A fine gara, Leclerc ha commentato in maniera laconica: “Anche quando facciamo tutto perfetto, non abbiamo il passo, e questo fa male“. Parole che fanno finalmente chiarezza, che vanno oltre le bugie di Frederic Vasseur, che continua a parlare di un potenziale tutto da esprimere, ma che nelle prime tre gare si è visto solamente nella Sprint Race di Shanghai. Troppo poco per questa Ferrari per sperare di lottare, di tornare al vertice in tempi brevi, con una monoposto che è ben lontana da ciò che ci si poteva aspettare.
Riavvolgendo il nastro e tornando a meno di un mese fa, la Ferrari disputava un evento faraonico a Milano con Charles Leclerc e Lewis Hamilton, di fronte ad un pubblico in delirio, come se a Maranello fosse già stato vinto il titolo mondiale. Pochi giorni dopo, la SF-25 è stata disastrosa in Australia, per poi confermarsi debole in Cina (dove ha subito l’onta della doppia squalifica) ed abulica in Giappone, con un netto gap da Max Verstappen ed anche dalle due McLaren.
A questo punto, è necessario porsi la domanda che tutti si fanno: su quali basi, ancora una volta, si sono fatti proclami prima di entrare in pista e scoprire realmente il valore delle monoposto? La SF-25 è frutto di gravi errori in fase di progettazione, dal momento che può esprimersi al meglio solo quando lavora fuori dalla finestra regolamentare, a causa dell’eccessivo consumo del fondo che porta alle squalifiche, come si è visto in Cina.
Nella Sprint Race la vettura è stata competitiva, ma solo perché in quel tipo di format i giri da percorrere sono pochi, e non si subisce un consumo del fondo tale da rischiare estromissioni. In sostanza, per farla breve, l’auto può viaggiare più bassa, e le prestazioni vengono fuori. A Suzuka, Lewis Hamilton ha confermato che la SF-25 sta girando ben più alta rispetto a quanto previsto, ma questa non è una scusante, tutt’altro. La Ferrari ha nuovamente commesso gravi errori nella simulazione, nel lavoro in galleria del vento, e la correlazione con la pista è stata completamente sbagliata, come avvenne nell’estate scorsa. E questo, a certi livelli, non è accettabile, soprattutto per un’azienda dai fatturati miliardari, che ha cambiato tecnici e gestioni in questi 15 anni, rimediando soltanto delle pessime figure.
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