Quello degli airbag Takata è diventato un vero e proprio caso in questi ultimi mesi. Scopriamo a cosa è legato questo guasto.
L’airbag è uno strumento fondamentale nella dotazione di sicurezza delle nostre auto, di cui il costruttore non si può fare a meno per ottenere l’omologazione dei propri veicoli. Purtroppo però, negli ultimi anni si sono verificate delle problematiche non indifferenti, che hanno gettato ombre sull’effettiva sicurezza di tali dispositivi. Ci riferiamo allo scandalo degli airbag prodotti da Takata, un costruttore di componentistica per automotive giapponese. Parliamo di un’azienda fondata nel lontano 1933, e che da anni, ormai, è finita sotto accusa per problematica relative alla sicurezza.
La società è andata in fallimento nel 2018, a seguito di richiami per un totale di 3,6 milioni di auto causati dai problemi agli airbag, che hanno causato anche delle vittime. Il problema è emerso nel 2013, quando si verificarono una serie di gravi incidenti, ma ci fu poi un altro evento che, di fatto, decretò la fine di Takata. La NHTSA avviò una maxi indagine che portò al richiamo di altri 42 milioni di veicoli, e nel giugno del 2017, il marchio giapponese annunciò l’inizio del processo di bancarotta. Dal fallimento sono trascorsi diversi anni, ma i problemi non sono affatto terminati.
Takata, tutto sulla spinosa questione degli airbag
Gli airbag prodotti da Takata venivano forniti ad una lunga serie di costruttori, come Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, ma anche Honda, oltre che alcuni brand del gruppo Stellantis come Citroen e DS, il cui caso ha tenuto banco lo scorso anno. Oltre mezzo milione di auto tra Citroen C3 e DS3 sono state richiamate recentemente, per via dei pericolosi airbag montati sulle versioni prodotte tra il 2009 ed il 2019.

Ma qual è la causa di una problematica tanto grave? In base a quanto stabilito dalle varie analisi, il difetto è legato al deterioramento del propellente interno, che avviene soprattutto se esposto a condizioni ambientali calde ed umide. Queste condizioni portano al gonfiaggio immediato e violento dell’airbag, che porta ad un’esplosione in grado di ferire gravemente chi è a bordo. I frammenti di metallo vengono infatti lanciati verso chi è seduto, e, purtroppo, anche in Italia c’è stata una vittima.
Secondo i consulenti della procura di Catanzaro, in Calabria, una ragazza di 24 anni, alla fine del maggio del 2024, sarebbe morta proprio a causa di un guasto all’airbag Takata della sua auto. In base al parere degli esperti, la rottura dell’airbag Takata ha portato un corpo metallico a colpire la ragazza come se fosse un’arma da fuoco, a causa di una fortissima energia cinetica che si era sprigionata. I richiami dei modelli Stellantis dotati del dispositivo Takata sono quasi giunti al termine, ed è chiaro che cose di questo tipo dovranno essere evitate in futuro, da tutti i produttori.